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Ambulatorio di Fisiatria a Peschiera

Perchè affidarsi all’ambulatorio di fisiatria? La visita fisiatrica serve per valutare lo stato fisico-muscolare del paziente, quindi creare una diagnosi grazie alla quale si potrà capire la migliore terapia riabilitativa.

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Fisiatria

Ambulatorio di Fisiatria

Ambulatorio di Fisiatria

Cos’è e come funziona la fisiatria?

La fisiatria è una branca della medicina riabilitativa operante negli esiti di malattie ortopediche, traumatologiche, neurologiche e reumatologiche, il cui principio fondamentale è la diagnosi.
Si occupa della valutazione osteo-arto-legamentosa e muscolare del paziente, dell’assetto e funzionalità dei vari segmenti del corpo umano e ne definisce alterazioni, patologie, al fine di impostare una terapia riabilitativa funzionale attraverso tecniche fisiche, fisioterapia, esercizi mirati e trattamenti farmacologici.

Il Fisiatra è il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa con particolare esperienza nel trattamento di disabilità causata dalle diverse affezioni patologiche e/o dal dolore e con  competenze specifiche in ambito neuromuscolare, osteoarticolare, cognitivo-relazionale, biomeccanico-ergonomico e psicologico. Possiede peculiari conoscenze sulle problematiche funzionali cardiovascolari, respiratorie, uro-ginecologiche, metaboliche e nutrizionali.

Il Fisiatra si occupa di porre la diagnosi clinica e funzionale di malattie sia di tipo ortopedico che neurologico che sono in grado di generare una disabilità di varia gravità e durata temporale. La figura dello Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, con il passare degli anni, è divenuta sempre più complessa e multidimensionale tanto che attualmente si trova a fronteggiare molteplici aspetti della salute.
Ruolo principale del Fisiatra è quindi quello di valutare il grado di compromissione delle Strutture Corporee (la menomazione), delle Funzioni Corporee (la disabilità) ed il conseguente peggioramento del grado di Attività e Partecipazione nella vita socio-famigliare (handicap), senza trascurare il ruolo dei Fattori Ambientali con cui la persona si confronta nella vita quotidiana. Mira, pertanto, al massimo recupero delle funzioni ed abilità con un approccio olistico alla persona.
Lavora in team interprofessionale e interdisciplinare e lo coordina nella realizzazione del progetto riabilitativo avendo come obiettivo l’outcome attraverso il massimo recupero delle funzioni e abilità della Persona.

Nell’attività clinica di ogni giorno il Fisiatra si trova coinvolto nella gestione delle conseguenze di malattie di tipo traumatico (ad es. lesioni dell’apparato muscolare e scheletrico) ed ortopedico (ad es. il mal di schiena, la scoliosi e le deformità vertebrali in genere o i traumi da sovraccarico ). Nell’ambito delle malattie neurologiche ricordo poi che il Fisiatra viene coinvolto nella presa in carico riabilitativa delle conseguenze di malattie neurologiche acquisite come le mielolesioni, i traumi cranici, gli esiti di ictus cerebri o la Sclerosi Multipla e il Morbo di Parkinson. Esempi di malattie neurologiche connatali o a carattere ereditario che vengono gestite anche da Fisiatra sono gli esiti delle Paralisi Cerebrali Infantili, le distrofie muscolari e le miopatie in genere.

Altro ruolo fondamentale del Fisiatra è quello di valutare, selezionare, prescrivere e verificare l’efficacia di tutori per gli arti (ad es. le molle per il piede), ortesi per la colonna (ad es. busti per scoliosi o ipercifosi), carrozzine  ed ausili per la mobilità per persone con difficoltà o impossibilità al cammino (per esiti di lesioni del midollo, per l’età pediatrica, per gli anziani). Nella prescrizione di ausili il Fisiatra si troverà a proporre utensili adattati per l’assolvimento e la facilitazione delle attività della vita quotidiana (AVQ in Italiano e ADL nel mondo anglosassone) come posate, pinze, prese, sedili ergonomici ed altro ancora contribuendo quindi ad interventi di Terapia occupazionale in grado di stimolare le funzioni adattative alle disabilità di tipo cronico.

Fisiatria a Peschiera del Garda
Nello Studio Medico Akron potrai eseguire:

Visite Specialistiche di fisiatria

Lombalgia, lombosciatalgia, cervicalgia, cervicobrachialgia, dorsalgia, artrosi dell’anca e del ginocchio, periartrite spalla, tendinopatie (epicondilite-epitrocleite, pubalgia, de Quervain), sindrome del tunnel carpale, traumi muscolari e legamentosi, nevralgie, cefalea miotensiva/emicrania.
Esiti ictus cerebrale, mielolesioni, traumi cranici. Sclerosi multipla. Morbo di Parkinson.

Nel nostro ambulatorio vengono eseguite le seguenti terapie:

  • mesoterapia omotossicologica riflessa
  • terapie infiltrative
  • neuralterapia
  • proloterapia
  • manipolazioni vertebrali
  • posturologia e riprogrammazione posturale globale

Che cos’è la mesoterapia classica?

Il termine mesoterapia viene dalla parola mesoderma, foglio embrionale medio nello sviluppo precoce dell’embrione (tra l’endoderma e l’ectoderma). Lo storico scopritore e protocollatore della mesoterapia fu Michel Pistor, medico generale a Parigi, che fondò la società Internazionale di Mesoterapia. Le regole semplici di base furono: “iniettare poco, aspettare poi 10-12 giorni e sulla sede giusta”. La tecnica risale al 1952. La infiltrazione farmacologica o “instillazione” si esegue nel tessuto di derivazione dal mesoderma ove è presente il plesso linfo nervo vascolare superficiale, mediante ago sottile o multiiniettori monouso. I prodotti utilizzati sono piccole dosi di una miscela di vari farmaci della farmacopea ufficiale opportunamente diluiti. Viene sempre eseguito nella zona dolente o da trattare.

Come agisce?

Vi sono 2 modalità terapeutiche:
1 Tecnica intradermica, mediante multiiniettore con aghi corti, in genere da 4-6 mm fino a 13 mm, con zone di iniezione molto vicine fra loro. Si prova poco dolore, provoca poca “irritazione locale” e può essere praticata quasi sempre.
2 Tecnica profonda – punto punto – con iniezione intradermica. Le iniezioni sono separate, si prova un po’ di dolore, viene fatta a mano ed usata spesso nelle infiammazioni e nel dolore. La profondità di iniezione è molto variabile dalla sede e dal tipo di trattamento

Quali sono i vantaggi di un trattamento con mesoterapia?

Normalmente i farmaci usati in mesoterapia sono a basso dosaggio ed esplicano l’effetto in modo rapido a livello della sede di inoculazione, senza intaccare i tessuti circostanti. Inoltre se si utilizzano prodotti omotossicologici i vantaggi sono ancora maggiori:
non provoca reazioni allergiche
non causa effetti collaterali
permette una precisa personalizzazione della terapia
può essere praticata anche in gravidanza e nei bambini

Che cos’è la mesoterapia omotossicologia (OMEOMESOTERAPIA)?

L’omeomesoterapia utilizza esclusivamente farmaci particolari di tipo omeopatico, denominati farmaci omotossicologici. L’omotossicologia è un’evoluzione moderna e scientifica dell’omeopatia che considera la malattia come accumulo di tossine nei tessuti con conseguente blocco di alcune funzioni dell’organismo.
Con i farmaci omotossicologici si stimola la capacità di auto guarigione del paziente, giungendo alla definitiva eliminazione del carico tossico e alla possibile guarigione. I farmaci utilizzati sono principalmente di tre tipi: modulatori dell’infiammazione/drenanti, stimolatori delle riparazione fisiologica tessutale (organo terapici) e farmaci contenenti collagene con proprietà sia di stimolo riparativo delle strutture lesionate che di sostegno naturale di tendini e articolazioni.

Perché viene definita RIFLESSA?

Perché le iniezioni si eseguono sia sulle zone e/o segmenti coinvolti dalla malattia ma anche su distretti corporei diversi e/o distanti, che possono coincidere con punti riflessi, punti di agopuntura, campi di disturbo. Vengono scelti di volta in volta in base alla patologia da trattare e alle caratteristiche del paziente in esame.

Quali sono le patologie per cui è indicata la mesoterapia omotossicologia riflessa?

LOMBALGIA, LOMBOSCIATALGIA
CERVICALGIA, CERVICOBRACHIALGIA
DORSALGIA
NEVRALGIE VARIE
CEFALEA MIOTENSIVA/EMICRANIA
ACUFENI
EMATOMI
TRAUMI SPORTIVI
TENDINITI-BORSITI
FIBROMIALGIA
DISTURBI CIRCOLATORI

Chi può essere trattato con mesoterapia?

Per principio si può trattare tutti, sia adulti che bambini.

Quante sedute sono necessarie per ottenere un beneficio?

L’effetto è, all’inizio, transitorio, per cui la terapia va ripetuta più volte ottenendo una durata della remissione dei sintomi sempre più lunga fino alla loro scomparsa. Si possono fare sedute bisettimanali oppure settimanali.

Che cos’è una manipolazione vertebrale?

Definizione di manipolazione: “ E’ una mobilizzazione passiva forzata che tende a portare le parti di un’articolazione, o l’insieme di più articolazioni al di là del loro movimento abituale, fino al limite del loro movimento anatomico possibile ”. E’ dunque un movimento che, in diverse direzioni dello spazio, muove il segmento vertebrale in direzione terapeutica.
Una manipolazione si esegue in tre tempi:
– messa in posizione
– messa in tensione
– impulso manipolativo
tutto ciò si accompagna spesso ad un crak (scrocchio articolare) . Il movimento manipolativo deve essere sempre un movimento preciso, di piccoli movimenti e mai doloroso. Lo scricchiolamento (crak) non è segno indispensabile per la riuscita della manipolazione. Quando si verifica è una conferma di una avvenuta manipolazione efficace sull’articolazione. Lo scricchiolamento è dovuto ad un fenomeno di cavitazione articolare (quando si verificano certe condizioni di direzione e di trazione dei capi articolari), si forma al momento della separazione articolare come una bolla di vuoto nel liquido sinoviale. I gas sciolti in esso vi precipitano e provocano il rumore di scricchiolamento. La bolla di vuoto è allora sostituita da una bolla di gas che vanno a ridisciogliersi nel liquido sinoviale.

Come agisce la manipolazione vertebrale?

Generalmente, la manipolazione è accompagnata da un rumore di schiocco, che indica che l’ampiezza del movimento è stata sufficiente a vincere le resistenze periarticolari e permettere una brusca separazione delle superfici articolari. A livello del rachide sono le articolazioni posteriori ad essere responsabili di questo rumore di schiocco. Indipendentemente dalla definizione adottata dai diversi autori, tutti insistono sull’importanza della spinta volontaria, breve e sempre controllata, applicata al o ai livelli vertebrali designati dopo la messa in tensione. Le tecniche manipolative sono numerose. Schematicamente vengono abitualmente distinte in tre tipi: Manipolazioni dirette, che sono delle pressioni eseguite sulla colonna stessa; Manipolazioni indirette, che utilizzano bracci di leva naturali, costituiti dalla testa, le spalle, il bacino o le gambe, grazie ai quali si può mobilizzare il rachide; Manipolazioni semi-indirette, che utilizzano contemporaneamente un appoggio diretto ed un appoggio a distanza.
Le manipolazioni vertebrali, uscite dal contesto non medico e delle dottrine medico filosofiche sono entrate a pieno titolo nell’arsenale terapeutico universalmente riconosciuto per il trattamento dei disturbi vertebrali comuni. Ciò grazie anche a R. Maigne che per primo ha saputo dare a questa disciplina una spiegazione scientifica del loro funzionamento ed ha elaborato un vero e proprio metodo clinico e terapeutico utilizzando tecniche manipolative.

Chi dovrebbe praticare la manipolazione vertebrale?

La manipolazione vertebrale è un atto medico in quanto come per qualsiasi altra terapia è necessario che sia preceduta da una corretta diagnosi e solo il medico ha gli strumenti, la competenza e la tutela giuridica per formularla. Come tutti i trattamenti medici specialistici, anche il trattamento con manipolazione vertebrale presuppone delle precise indicazioni e controindicazioni. I rischi di incidenti o addirittura di accidenti, possono richiedere in ogni momento, nell’ambito stesso del trattamento, una diagnosi ed una decisione terapeutica che solo un medico specialista qualificato potrà essere in grado di effettuare. E’ evidente perciò che non si tratta di una semplice manovra di mobilizzazione.

Come si svolge un trattamento manipolativo vertebrale?

La manipolazione vertebrale è un atto medico ben preciso le cui coordinate di movimento sono il frutto di un esame clinico pre-manipolativo ben preciso.
Si deve manipolare il paziente, nel tratto di colonna vertebrale interessato dal DIM (disturbo vertebrale minore), nella direzione opposta a quella che causa dolore se rimasta libera nel movimento e priva di dolore: regola del non dolore e del movimento contrario (R. Maigne).
La seduta manipolativa avviene secondo una metodologia che prepara il paziente alla manipolazione vertebrale finale e nello stesso tempo permette all’operatore di analizzare le reattività tessutali locali conseguenti le sue manovre.
La seduta comprende tre tappe:
– manovre di decontrazioni generali e locali
– manovre di mobilizzazione orientate

Che cos’è la neuralterapia?

La neuralterapia secondo Huneke è una tecnica neuro-riflessa che agisce ripolarizzando e stabilizzando i campi di disturbo e ripristinando il normale potenziale di membrana. Fra le tecniche considerate riflesso terapeutiche, la terapia neurale è l’unica con caratteristiche ipostimolative. A differenza di molte altre riflessoterapie che si considerano iperstimolative, la terapia neurale viene effettuata mediante un blocco anestesiologico tissutale. Si cerca cioè di trovare ed inibire il cosidetto campo disturbante, quale spina irritativa che provoca e sostiene nel tempo una patologia funzionale.

Come agisce?

La neuralterapia si prefigge lo scopo di localizzare ed annullare dei campi di disturbo presenti nel corpo. I campi di disturbo più comuni sono: cicatrici da ferita da taglio, cicatrici chirurgiche, focolai cronici, tessuti traumatizzati. Le cicatrici patogenetiche sono in genere facilmente localizzabili per il loro aspetto, in genere di tipo cheloideo e specialmente per il colore: pallide o rosso-violaceo. La loro neutralizzazione si fa classicamente con infiltrazione di anestetico, principalmente lidocaina.

Quali sono i vantaggi di un trattamento con neuralterapia?

Questa tecnica terapeutica è assolutamente indispensabile per il trattamento posturale in quanto permette il silenzia mento delle afferenze dolorose patogene liminali e subliminali che, originando dalla cicatrice disturbante, determinano un aumento di tono di muscoli segmentari creando delle tensioni asimmetriche che influiscono a lungo andare con la postura.

Quali sono le patologie per cui è indicata la neuralterapia?

L’indicazione terapeutica non riguarda solo i dolori bensì molte patologie organiche o, più spesso, funzionali che, apparentemente, non hanno niente a che fare con il campo di disturbo individuato. L’effetto curativo è immediato (” fenomeno del secondo ” di Huneke ) nella misura in cui con la neuralterapia si ha l’eliminazione della depolarizzazione tissutale permanente ed il ripristino della conduzione informazionale attraverso la zona trattata.

Quante sedute sono necessarie per ottenere un beneficio?

L’effetto è, all’inizio, transitorio, per cui la terapia va ripetuta più volte ottenendo una durata della remissione dei sintomi sempre più lunga fino alla loro scomparsa. Si possono fare sedute settimanali oppure si può reinfiltrare la zona interessata solo al ricomparire dei disturbi con una tempistica che è del tutto variabile ed individuale dipendendo essa dallo stato del sistema di regolazione di base del singolo soggetto.

Che cos’è la proloterapia?

La Proloterapia è una metodica americana utilizzata negli U.S.A. da circa 60 anni, è conosciuta come un trattamento non chirurgico per la ricostruzione dei legamenti, dei tendini, delle articolazioni dell’apparato muscolo-scheletrico. La Proloterapia è una modalità di trattamento del dolore cronico. Si basa sull’assunto che in molti casi il dolore cronico che interessa innumerevoli parti del corpo è dovuto ad una lassità legamentosa e che questa lassità può essere eliminata rinforzando i legamenti mediante iniezioni di sostanze irritanti che stimolino la proliferazione connettivale. La proloterapia deve essere distinta dalla terapia sclerosante: la terapia sclerosante consiste nell’iniezione di sostanze causticanti nelle vene, in chirurgia vascolare e in dermatologia per ottenere la risoluzione di vene varicose e di angiomatosi. La proloterapia consiste nell’uso di iniezioni nel trattamento dei difetti di resistenza del tessuto connettivo e nel dolore muscoloscheletrico. La proloterapia viene anche chiamata “terapia proliferante” oppure “terapia rigenerativa tissutale”.

Come agisce?

Nella Proloterapia si utilizza una soluzione di glucosio (zucchero e acqua) che viene infiltrata direttamente nel legamento o nel tendine lesionato/sofferente che è “fissato” all’osso. In questa area debole dopo l’infiltrazione di glucosio si viene a creare una reazione infiammatoria locale acuta con incremento dell’irrorazione sanguina e l’interessamento di fattori della riparazione cellulare che determinano una vera e propria “autoriparazione”. Questa reazione infiammatoria locale scatena a cascata i processi complessi della guarigione con deposito di nuovo tessuto collagene. Il collagene ex-nuovo si riduce durante la maturazione. Il legamento che è stato infiltrato è fisiologicamente più forte e più robusto grazie alla proprietà del collagene portando una stabilità complessa locale. L’aspetto decisamente importante è che l’infiltrazione è mirata alle sole strutture indebolite.

Cosa si fa?

Tutte le sostanze proliferative per uso terapeutico hanno in comune di stimolare il processo della guarigione tissutale. In Italia si usa maggiormente glucosio al 15% insieme a lidocaina. Il medico distribuisce goccia a goccia la sostanza proliferativa nei legamenti e nei loro punti di inserzione L’infiltrazione viene praticata all’interno della capsula articolare o nel punto in cui il tendine o il legamento si connettono all’osso. A volte le iniezioni sono più di una e i punti da iniettare possono essere numerosi.

La proloterapia è la stessa cosa delle infiltrazioni con cortisone?

Tale trattamento è assolutamente diverso dai trattamenti con cortisone. Da parecchi anni studi scientifici hanno dimostrato che le infiltrazioni con cortisone indeboliscono i tessuti infiltrati, al contrario con la proloterapia otteniamo un rinforzamento dei tessuti infiltrati (tendini e legamenti).

Si sente male durante una seduta di proloterapia?

Dipende molto dalla zona da trattare, in ogni caso, spesso il trattamento è indolore quando viene praticata una buona anestesia locale. L’iniezione di anestetico rappresenta l’unico dolore da sopportare. Per le persone restie all’anestesia locale, si può applicare una pomata anestetica che contribuisce ad annullare il dolore locale.

Quali sono i vantaggi di un trattamento con proloterapia?

Principale caratteristica della Proloterapia consiste nel fatto che non si impiegano anitiinfiammatori ne cortisonici. Tale terapia non si limita allo spegimento del sintomo con conseguente risultato poco duraturo, ma elimina la causa del dolore che affligge il paziente innescando in maniera naturale un processo ripartivo-rigenerativo dell’articolazione o della regione legamentosa trattata.

Quante sedute sono necessarie per ottenere un beneficio?

La frequenza ed il numero delle sedute variano in base alla soluzione utilizzata  e  alla problematica specifica del paziente. In genere tre-sei sedute sono sufficienti, con una frequenza di una seduta ogni due-sei settimane. Molti pazienti ricevono delle sedute di mantenimento ad intervalli sempre meno frequenti fino ad arrivare alla sospensione della cura. Le punture possono accentuare temporaneamente il dolore. Piccoli esercizi fisici, dopo le infiltrazioni, aiutano la distribuzione del farmaco, aiutando il corretto orientamento del collagene da rigenerare. Si associa una supplementazione di minerali e vitamine.

Quali rischi possono esserci a fare Proloterapia?

La proloterapia è una procedura estremamente sicura ed inoffensiva, come tutte le terapie ha comunque dei rischi e delle controindicazioni se non eseguita correttamente e da persone esperte. Tali rischi possono essere delle ecchimosi locali, emorragia nell’area infiltrata, tumefazioni locali, incremento iniziale del dolore, rigidità, infezioni.

Quali sono le patologie per cui è indicata la proloterapia?

La proloterapia è efficace in molteplici disturbi dolorosi dell’apparato muscolo-scheletrico. In base all’esperienza personale il Dott. Zattin utilizza tale metodica prevalentemente per le seguenti patologie ed in particolare quando queste sono di carattere cronico:
lombalgia in spondilolistesi
dolori articolari post-traumatici/distorsioni recidivanti
dolori post-frattura
dolori post-traumatici sportivi

Gli sportivi possono avere beneficio con la Proloterapia?

I traumi sportivi sono spesso di origine distrattiva e distorsiva. Con la proloterapia si applica un diretto attacco immunitario infiltrativo proliferante che accelera la guarigione del legamento instabile. In questo modo l’instabilità trattata riprende la sua funzione fisiologica con la garanzia che non perderà la sua funzione perché rigenerata e rinforzata. Gli atleti se trattati in modo adeguato e mirato con proloterapia, possono riprendere l’attività sportiva in tempi brevi.

Sono incinta, posso fare la proloterapia?

Assolutamente si, non ci sono controindicazioni, anzi molte donne in gravidanza soffrono di lombalgia e non possono assumere farmaci antidolorifici ed anti-infiammtori, pertanto la proloterapia risulta un trattamento efficace e non dannoso.

Sono diabetico, posso fare la proloterapia?

La soluzione di acqua e zucchero infiltrato nei tendini o nei legamenti è totalmente innocua per il paziente diabetico a differenza del cortisone che invece è sconsigliato nei diabetici.

Cosa dovrò attendermi nei giorni seguenti ad una seduta di proloterapia?

Qualche ore dopo l’infiltrazione con proloterapia, quando svanisce l’effetto dell’anestetico locale, il paziente può avvertire unpeso o un dolore locale che può proseguire per qualche giorno. Può raramente accadere che durante i giorni successivi al trattamento si possa avvertire un lievissimo stato di vertigini (ipertono vagale).

Se ho tanto dolore posso prendere una aspirina?

Chi esegue la proloterapia non dovrà assumere farmaci anti-infiammatori compreso l’aspirina (Voltaren, Brufen, Aulin, Moment, Novalgina…..) durante il periodo di 2-3 settimane. In caso di dolore può assumere farmaci analgesici (paracetamolo, Efferalgan, Tachipirina, Contramal, Tachidol….).

Che cos’è la posturologia?

La posturologia è la disciplina che si occupa dello studio scientifico e clinico della postura umana in statica e in dinamica. La postura è l’insieme delle strategie attuate dal nostro sistema tonico-posturale per interagire in statica ed in dinamica con lo spazio circostante contro la gravità nel massimo confort e con il minimo dispendio di energie. La postura corretta è la risultante muscolare di un equilibrio che coinvolge l’organismo nella sua globalità somatica, neuroendocrina ed emozionale. I recettori periferici (piedi, occchi, bocca, cute, orecchio interno) inviano dei messaggi al sistema nervoso centrale che li elabora continuamente in base al confronto tra le informazioni provenienti in entrata e lo schema motorio registrato nella memoria cerebrale attivando il sistema tonico posturale. Se il messaggio inviato dal sistema recettoriale è alterato la risposta del cervello sarà eccessiva pertanto determinerà l’instaurarsi di circuiti patologici con conseguente squilibrio posturale.

Come agisce?

Se tutto funziona al meglio, per ogni persona e per ogni posizione esiste un rapporto ideale fra i vari segmenti corporei. Nella vita di tutti i giorni, i recettori propriocettivi si sregolano facilmente ed appare allora un disturbo del sistema tonico posturale. Questo disequilibrio è responsabile di sollecitazioni e pressioni anormali del sistema locomotore alla base di numerose patologie che portano poi dolore, infiammazione, contrattura, tendinite, blocchi vertebrali e progressivamente nel tempo, a deformazioni e lesioni. La riprogrammazione posturale globale è un metodo che, dopo un attento esame dei recettori coinvolti nel mantenimento della postura (piedi, occhi, bocca, cicatrici cutanee), consente di riprogrammare il lavoro dei recettori stessi. Dopo aver valutato quali siano i recettori che possano compromettere la statica ed essere causa di squilibrio e dolore, si interviene mediante la correzione dei recettori stessi avvalendosi per il piede di solette estero-propriocettive, per l’occhio nella correzione di disturbi di convergenza mediante esercizi ottici abbinati all’uso di magneti e colliri, per le cicatrici con la loro neutralizzazione mediante infiltrazione con anestetico, per i problemi occlusali mediante l’uso di bite o con lavoro cranio-sacrale e per i micro galvanismi eliminando le correnti endorali dovute ai polimetallismi.

Quali sono i vantaggi di un trattamento posturale?

Molto spesso i terapeuti curano i sintomi: dolori, tendiniti, mal di testa, bruxismo, difetti di occlusione, scoliosi, ecc ….. ma NON curano le cause !
La Riprogrammazione Posturale Globale o Reingrammazione o Ricalibrazione (secondo il metodo del dott. Bricot) cura le cause riportando, per quanto possibile, il corpo nel suo insieme, in equilibrio. Con l’approccio posturologico si ottiene un inquadramento clinico completo se viene svolto da un medico specialista, unica figura sanitaria in grado di escludere, tramite una adeguata diagnosi differenziale, patologie organiche che non troverebbero beneficio da tale approccio.

Come si svolge una visita medica posturologica?

E’ prevista una analisi strumentale posturografica ed un esame clinico. L’indagine strumentale consiste nell’analisi computerizzata degli spostamenti del baricentro corporeo, delle oscillazioni posturali e dell’influenza dei vari recettori (occhi, bocca, orecchio) sulla postura (stabilometria) e l’analisi computerizzata dell’assetto posturale nelle tre dimensioni dello spazio.
Nella sezione clinica viene studiato l’assetto posturale, il tono muscolare, l’appoggio del piede, la convergenza degli occhi, il parallelismo degli assi visivi, l’occlusione mandibolare e tutto ciò che può interferire con lo schema corporeo ottimale per ogni individuo.

Quanto dura la riprogrammazione posturale?

Normalmente il percorso di riprogrammazione posturale si articola in 12 mesi; il paziente deve eseguire nel corso dell’anno solo 5 o 6 controlli posturali nei quali si valutano le eventuali modifiche alle suolette e agli esercizi proposti. Dopo tale periodo la riprogrammazione può essere considerata completa, in alcuni casi è però necessario continuare con alcuni ausili o attività consigliate, per mantenere i benefici acquisiti e evitare le recidive.

Per chi è indicata la riprogrammazione posturale?

Tutte le persone che soffrono o hanno sofferto in passato di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico possono sicuramente trarre benefici enormi dalla riprogrammazione posturale. In particolare nell’atleta, ma anche nello sportivo si avranno migliori performances e meno contratture e lesioni. E’ un sistema preventivo!

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dott. consoli alberto
Dott. Zattin Andrea

Laureato in Medicina e Chirurgia presso Università degli Studi di Padova nel 1998, ottiene la Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitazione presso Università degli Studi di Padova nel 2002. Consegue la Specializzazione in Agopuntura e Riflessoterapia presso l’Università di Padova nel 2003 e la Specializzazione in Posturologia e Riprogrammazione Posturale Globale presso Università di Padova nel 2013.
Dal 2003 lavora come libero professionista presso centri fisioterapici, cliniche e ambulatori privati sul territorio.

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